Translucenza nucale e Bi-Test: a cosa servono

Translucenza nucale: quando farla e valori normali

Tra i primi esami importanti da fare in gravidanza, la Translucenza nucale si effettua insieme al Bi-Test per avere un risultato più attendibile

Il test della Translucenza nucale è un esame prenatale in grado di calcolare quale sia il rischio per il feto di essere affetto da una anomalia cromosomica, ossia Sindrome di Down, trisomia 21 e altre. Si esegue soprattutto se la futura mamma non è più giovanissima: una donna di 20 anni ha un rischio di circa 1 su 1500 di dare alla luce un bimbo con anomalie, a 28 anni il rischio cresce fino a 1 su 1000, mentre il rischio a 40 anni è di 1 su 80 e a 44 anni 1 su 30.

Cos’è e quando si fa

La Translucenza nucale si basa su un’ecografia, che deve essere abbinata ad un prelievo di sangue, il Bi-Test. Si effettua tra la undicesima e la tredicesima settimana più 6 giorni. È tra i primi esami importanti da effettuare in gravidanza.

L’ecografia misura la lunghezza del feto e lo spessore dell’ accumulo di fluido dietro la nuca fetale nel primo trimestre di gravidanza. Con la Translucenza nucale sono anche analizzati, sempre a livello ecografico, l’osso nasale, il profilo facciale, le valvole cardiache e il dotto venoso.

Occorre ovviamente un apparecchio ecografico di ultima generazione ed un operatore specializzato. Una volta effettuate le misurazioni un software specifico calcola la percentuale di rischio anche in base all’età. Ha una sensibilità del 70%, che sale al 90% se oltre alla Translucenza nucale si esegue anche il Bi-Test.

Valori

Un valore pari a 2 mm è considerato normale alle 11 settimane, a 12 settimane si rileva uno spessore medio di 2.18 mm. Tuttavia, poiché fino al 13% dei feti sani presentano un valore maggiore di 2.5 mm, l’esito può essere combinato con i risultati di ulteriori test sul sangue materno, il Bi-Test appunto. È un prelievo di sangue materno che si esegue al momento dell’ecografia relativa alla Translucenza nucale e valuta il livello di due ormoni prodotti dalla placenta.

In realtà però l’unico modo per avere la certezza che non siano anomalie si ricorre a test più invasivi, come l’amniocentesi o la villocentesi.


Ti potrebbe interessare: Ecografia morfologica, perché è importante

Se la valutazione della Translucenza nucale è negativa la probabilità di avere un feto affetto da anomalie cromosomiche è bassa, quindi si possono evitare ulteriori accertamenti. Se, invece, è positiva significa che il rischio è aumentato nel feto in esame, quindi è bene approfondire.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Controllo *